PREMESSA

La peggiore infermità della nostra epoca è che scienza e spiritualità si presentano come due forze nemiche e antitetiche. Tale infermità s’insinua in maniera subdola nell’animo di tanti, di conseguenza diventando un’infermità sociale. In passato la spiritualità, la conoscenza mistica, fu la più grande delle forze morali che plasmò l’anima dell’uomo moderno; in seguito la scienza sperimentale, apertamente riconosciuta nel secolo XVI si limitò a rivendicare i diritti legittimi della ragione, diventando la più grande delle forze intellettuali, cambiando il volto del mondo.
Dall’altra parte le chiese, impossibilitate a dimostrare il loro dogma principale di fronte alle obiezioni della scienza, si sono rinchiuse come in una casa senza finestre, opponendo alle leggi della ragione comandamenti assoluti e indiscutibili; la scienza inebriata dalle sue scoperte nel mondo fisico, astraendosi da quello psichico, si è fatta agnostica nel suo metodo, materialista nei suoi principi come nei propri fini: si è verificata così una profonda frattura nell’animo della società come in quello dei singoli, diventando causa d’impotenza e inaridimento.
La religione senza prove e la scienza senza speranza si confrontano e si scontrano in una sfida senza vincitori, portando contraddizione nell’intima coscienza di ogni individuo pensante. Chiunque noi siamo, a qualsiasi scuola filosofica, etica e sociale apparteniamo, portiamo dentro di noi questi due mondi nemici, apparentemente inconciliabili, generati dalle due esigenze inalienabili dell’uomo: l’esigenza scientifica e l’esigenza spirituale.
Si è giunti così a una falsa idea di verità e di progresso, lasciando impenetrabili allo spirito umano le cause di tanti misteri. Per gli antichi sapienti e teosofi dell’oriente e della Grecia la verità era invece tutt’altra cosa. Sapevano che non è possibile abbracciarla ed equilibrarla senza una sommaria conoscenza del mondo materiale, ma sapevano che la verità risiede dentro di noi, nei princìpi intellettuali e nella vita spirituale dell’anima.
Concentrando in essa la loro volontà, sviluppandone le facoltà latenti, raggiungevano quel focolare vivente che chiamavano Dio, la cui luce consentiva di comprendere gli uomini e gli esseri viventi. Per loro, ciò che noi definiamo progresso, vale a dire la storia dell’uomo e del mondo, altro non era che l’evoluzione nel tempo e nello spazio di quella causa centrale e di quel fine ultimo. Una riflessione si impone al giorno d’oggi: o la verità è sempre irraggiungibile per l’uomo o essa è stata soprattutto appannaggio dei più eccelsi sapienti. Ciò che si scorge oggi della verità, che solo ci può dare l’iniziazione interiore, non ha alcuna somiglianza con l’insegnamento della chiesa e ben poco somiglia all’insegnamento scientifico puramente materialistico delle nostre università.
Detto questo, anche se per noi un po’ mentale, ma necessario per essere obiettivi sulla situazione attuale della nostra società, vi propongo il rimedio della terapia pranica affiancata da altre valide metodologie praticate da me, talento dalla nascita e con tanti anni d’esperienza, per aiutare spirito e corpo di individui che si ritengono evoluti e responsabili, disposti ad ascoltare.



ALCUNE CONSIDERAZIONI

Purtroppo molte persone approdano dal guaritore, come ultima speranza, dopo magari aver provato di tutto. Il bisognoso così, solitamente, dopo essere stato operato o imbottito di pastiglie o erbe o aver subito manipolazioni, pretende con ansia, subito, una pronta guarigione, magari chiedendo delle garanzie.
Le garanzie non le danno nemmeno nelle cliniche, e a quanto pare i risultati ottenuti con la pranoterapia sugli individui, sono vagliate con dubbi inutili: è troppo bello per essere vero…, ma sarà stato possibile…oppure..ma sì, raccontano frottole per farsi conoscere.. e via dicendo. Ogni individuo è un universo a se stante, con i suoi tempi di evoluzione, reazione, discernimento, Karma…Ecco perché alcune persone saranno più ricettive o meno di altre.
I nostri talenti, ciò che noi siamo, sono il risultato delle azioni delle evoluzioni, che la nostra coscienza ha passato nelle incarnazioni precedenti. Determinati talenti, difficilmente, si possono insegnare in corsi o scuole, ma sono frutto di cammini spirituali, e le potenzialità dei guaritori, quindi, variano; a Gesù, Krishna, Budda, potevano bastare pochi secondi per operare miracoli.
Questo per dire, che il cosiddetto fluido o prana, tutti lo possediamo, ma non tutti siamo autentici canali; quindi il guaritore propriamente detto ha collegamenti più naturalmente aperti alla comunione con lo spirito. E’ opportuno che il guaritore di talento e con anni di esperienza si distingua per non confondersi con tutto il resto.Tante spiegazioni si sono date circa la pranoterapia, ma quello che voglio comunicare, non è un punto di vista, ma un qualcosa di veramente più olistico, che faccia chiarezza soprattutto in questi tempi di continuo arrivismo, business, dove la confusione regna sovrana nel campo delle terapie alternative e l’immagine conta più di tutto, perché l’essere umano vede solo attraverso le paure della sua mente e non attraverso la vista dell’intuito, rimanendo frenato dalle apparenze e dai condizionamenti. Nel 1400 si credeva che la terra fosse piatta, e i saggi che dicevano il contrario venivano ascoltati con sospetto; oggi, è tempo che gli uomini che veramente seguono la verità e vogliono andare avanti possano aprirsi veramente all’energia del cosmo e dei maestri.